11 ago 2010

Innocenti evasioni

Brutta. Sì, sì, è proprio brutta. Eh sì signora, ha ragione, bisogna dire le cose come stanno, quando ci vuole, ci vuole. E ci sarebbe bisogno che qualcuno lo dica anche a lei, non può continuare ad andare in giro conciata in quel modo, la Betti, ma li vede quei polpacci? Sembrano due angurie! E’ senza vergogna quella lì. Come dice signora? Beata lei che non si fa problemi? Può darsi, d’altronde ognuno è libero di andare in giro come gli pare eh, io mica sono una di quelle zoofile che odiano gli stranieri, però a me fa un po’ senso vederla con quegli stivaletti bassi e quei polpaccioni. Che poi quegli stivaletti li ho visti l’altro giorno al mercato delle robe usate.

E pensare che prima del matrimonio sembrava anche carina. Povero, il Domenico… mi fa una pena, signora… Poi si lamentano che i mariti le tradiscono. Non per vantarmi, ma io mi sono sempre tenuta: quando il mio povero Arturo era ancora vivo, mica aveva bisogno di andare a tram come fanno i maschi di oggi, eh.
Ah per carità, non mi faccia pensare a quel politico lì, che mi vengono i brividi peggio che a vedere i polpacci della Betti. Ah, che schifo, che schifo. Chissà dove andremo a finire, povero mondo.
Ma cos’avrà, la Betti, una trentina d’anni? Di più, dice? Ma no, me la ricordo che era poco tempo fa che giocava a campana davanti alla chiesa. Ma come mi sbaglio, ma si sbaglierà lei, signora!
Io me la ricordo bene, la Betti che faceva all’amore con il nipote del barbiere, come si chiamava? Sì, quello che è andato a vivere in India, a Dubai. Si chiamava…Bartolo, ecco, sì, Bartolo Fante.
Sì sì, sono sicura, ora mi ricordo che la Betti da piccola si faceva chiamare Eli e la prendevano tutti in giro e la chiamavano Eli Fante. Eli-Fante ne fa tante, Eli-Fante è un elefante, se li ricorda i coretti, signora? Mica avevano sbagliato tanto, sa?
Ma lo sa, signora, che l’altro giorno l’ho vista al mercato la Betti, sì, sì, con la creatura. Brutto anche lui, ma brutto proprio, signora. Eh, sì. povero… dicono che sia malato di quella malattia lì, come si chiama… quella che non puoi mangiare il pane e la pasta, ora non mi viene, ce l’ho sulla punta della lingua…Come dice signora? Chi ce l’ha cosa? Ah… ma no, la chicelìa è quando sei diabetico che ti aumentano gli zuccheri nel sangue. Eh, lo so bene purtroppo; pensi che il nipote della cugina del mio povero Arturo è scoppiato come un palloncino, prima era diventato maaaagro, ma maaaagro… poi all’improvviso BOOM! Graaaasso, ma graaaasso… che se lo cucinavano al pranzo di Natale ci mangiava tutta la caserma Santa Lucia. E poi è scoppiato, pace all’anima sua. I medici hanno detto che è stato un cactus, un minuto prima c’era e un minuto dopo non c’era più. Eh, la vita è così, cosa vuole farci.
Comunque, si avvicini che le devo dire una cosa… il bambino, quello brutto… Sì lo so che è peccato dire che un bambino è brutto, ma quello è proprio brutto. A proposito, senta qua, mica andrò all'inferno per due chiacchiere innocenti, no? Pensi che la signora Agnese, sì sì, quella dell’alimentari, mi ha detto che il fratello del cognato di suo marito le ha detto che il Domenico gli ha confessato che lui e la Betti non fanno… ecco insomma, sì, quelle cose lì, non le fanno! Ma secondo me non è lei, è lui, signora, sa? E’ lui che non vuole più farle le cose, e come biasimarlo? Uh Maria Vergine, che brutta roba! Secondo me ha paura di essere schiacciato dalla moglie. E di chi vuole che sia, il figlio, non lo vede che è la copia esatta del Mario? Ma come Mario chi... il vigile, no?
Non mi faccia parlare, va, che quando era vivo il mio povero Arturo facevamo i fuochi d’artificio, che dovevamo mettere i cartoni delle uova sulle pareti per non farci sentire dai Giannetti, quelli del piano di sopra.
Ah salve, Paola, buongiorno! Come andiamo? Eh, si campa, da povere vecchie! Mi saluti tanto sua madre, sa?
Lo sa chi è quella lì, signora? Quella era un quello, è il figlio della Lori! Pensi, signora, che l’altro giorno la Luisa, la nipote della fornaia, mi ha detto che, per sbaglio, il postino aveva messo una lettera indirizzata alla Loredana nella cassetta della posta della Marisa, la fruttivendola, sì, perché sono vicine di negozio. Beh signora, ora, com’è, come non è… fatto sta che la Marisa dice che non si era accorta che la lettera non era per lei e l’ha aperta. Io sarò pure in malafede eh, ma lei ci crede che non l’ha fatto apposta? La Marisa è una tale impicciona…
Comunque la Marisa apre questa benedetta busta e cosa ci trova dentro? La lettera di un avvocato! Ma non un avvocato qualunque, c’era scritto “Studio Legale Associato” e tanti di quei nomi sotto, tutti stranieri eh, che a leggerli tutti ci voleva un fuorigrotta!
Beh, insomma, gliela faccio breve: sa cosa c’era scritto? Che la Loredana doveva ridare dei soldi a un certo professor Occhini. Siccome il padre della Susanna, quella del tabacchi, era stato ricoverato alla clinica Moretti per degli accertamenti, sa, nelle analisi c’era il polistirolo un po’ alto, la Susanna ha saputo che il professor Occhini è un demiurgo che lavora lì alla clinica, uno di quelli che fa quelle operazioni lì, insomma, signora, ha capito no? E’ quello che ha operato il Paolo, il figlio della Lori. Mi ha detto la Susanna che la Lori gli aveva fatto causa perché l’operazione non era andata bene, ah signora… non lo so e non lo voglio sapere cos’era successo, fatto sta che il professore, una così brava persona, per non fare scandali aveva pagato, tutto e subito, sull’unghia; ma la moglie di Occhini, una fanatica che Dio ce ne scampi, pensi che mi ha detto la Rosa che va in giro con la penna al collo anche d’estate… la penna, la penna, la pelliccia di coniglio. Insomma, la moglie di Occhini ha scoperto tutto e ha messo in mezzo gli avvocati, e ora hanno vinto la causa e la Lori gli deve ridare tutti i soldi… Voglio proprio vedere dove li prenderà, da quel dì che se li è spesi… Ah, perché non lo sa lei che il Giacinto chiede il pizzo a tutti i negozi? Uh, signora mia… beata lei che certe cose non le sa… meglio, meglio mi creda.
Ora però la devo lasciare, signora, vado a preparare un po’ di biscotti da portare a Don Gino, sa com’è, con tutti quei bambini che frequentano la parrocchia…menomale che c’è Don Gino che li tiene occupati, altrimenti diventerebbero tutti come Paolo! Glielo dicevo io alla Lori, guarda che Paolo è strano eh, ma lei niente, non mi ha mai dato retta.
Pensi che addirittura Ahmed, il suo amichetto, suo di Paolo intendo, ma sì, mi pare sia egiziano o marocchino, insomma, quello lì un po' marroncino, persino lui ha messo un po’ la testa a posto; l’altra sera l’ho visto entrare in parrocchia insieme a Don Gervaso, era tardi e la chiesa è chiusa di solito a quell’ora, non che volessi impicciarmi eh, per carità, passavo di là e ho visto che entravano nel confessionale e poi ho sentito che Ahmed piangeva, anzi, mi sembrava che si lamentasse, ma non era proprio un lamento, sa? Era come un gemito, ecco. Ah, ne avrà avute di cose di cui pentirsi, quello lì.
Ora vado, signora, così con la scusa mi confesso anche io, non che abbia commesso qualche peccato eh, ci mancherebbe; da quando il mio povero Arturo se n’è andato non ho più guardato un uomo nemmeno da lontano, mica sono come la Virginia che con quel nome lì è un insulto al buon senso. Si figuri che la Graziella, quella che abita al secondo piano di via Assisi, l’altro giorno mi ha detto che la Virginia che guarda caso ha un appartamento che mette in affitto proprio lì sopra di lei, fa di quei servizietti… pare che sia una che la lingua la sa usare proprio bene, mica come me che la tengo sempre dove deve stare, ben chiusa nella bocca!

1 hanno detto:

Anonimo ha detto...

;-))

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