15 dic 2010

L'orologio di cenere - Aldo MOSCATELLI


Titolo: L'orologio di cenere
Autore: Aldo Moscatelli
Editore: I Sognatori
Genere: Noir?
Prezzo: 8,90
http://www.casadeisognatori.com/2catalogo.htm

L'ho letto in poco più di due ore, il che è già una buona partenza. Ma la mia recensione non è del tutto positiva, spero mi perdonerà il buon Moscatelli, persona deliziosa per quel poco che ne so.

Lo stile è buono, piuttosto realistico, convincente; non eccede né da una parte, quella imitativa, né dall'altra, quella dell'originale a tutti i costi. Ho particolarmente apprezzato la capacità dell'autore di creare un linguaggio realistico senza mai utilizzare parolacce. E' un'ottima cosa, non perché io sia bigotta, tutt'altro, ma proprio perché da questi piccoli espedienti si capisce se uno scrittore ha l'occhio aperto verso il lettore, oppure se cerca di buttargli fumo negli occhi. E mi sembra che da questo punto di vista Moscatelli abbia non uno, ma due occhi aperti sul lettore.
I personaggi dovevano essere delineati meglio; sebbene la figura di Crane sia quella più misteriosa e meno limpida, è quello meglio descritto. Gli altri mancano completamente di spessore.
Il romanzo vorrebbe essere un noir, come sostiene Moscatelli stesso, raccontato tramite l'esposizione consequenziale di una serie di clichè, ma non è tanto questo che stona quanto le  incongruenze, forzature che sembrano messe lì per ovviare alla mancanza di idee che diano al libro l'effetto sperato.
Un esempio su tutti: trovo alquanto poco probabile che in "poche settimane" come confermato dall'autore, una donna laica possa divenire una suora. E' vero che esistono conventi che accolgono le donne che sentono la "chiamata", ma è anche vero che prima di diventare suore si deve compiere un lungo percorso che non dura di certo poche settimane. Fino a quel momento, nonostante si possa vivere in convento, si rimane una laica, non una religiosa.
Un'altro esempio è lo scenario che porta alla risoluzione del caso: nell'appartamento di una delle vittime viene trovata la prova madre.
Crane, il protagonista, è un investigatore privato con un trascorso nella polizia, che compie un'indagine parallela a quella delle forze dell'ordine. A distanza di almeno due giorni dall'omicidio di una delle vittime, la casa di quest'ultima viene posta sotto sequestro dalla polizia che però, per assurdo, non la perquisisce, perché l'ispettore è convinto che l'appartamento della vittima non possa dare alcun indizio utile per le indagini, che secondo lui vanno in un'altra direzione. Non conosco esattamente i protocolli investigativi, ma credo che, se non altro per prassi, la casa di una donna che viene assassinata davanti alla propria porta meriti come minimo la perquisizione.
Personalmente ho capito molto presto chi era l'assassino, forse è stata una figura delineata con troppa ambiguità perché un lettore amante dei gialli quale io sono, non sospettasse di essa sin da subito.
Tutto ciò mi porta a dire che nonostante l'esposizione dei fatti sia piacevole, la trama è debole, gli intrecci non sono convincenti, tutto appare velato da una patina di troppa semplicità che stona.
Se non si fosse trattato di un noir probabilmente questi dettagli non li avrei nemmeno notati, ma credo che il filone giallo/thriller sia uno dei generi narrativi più delicati e complessi da gestire, basta un minimo dettaglio fuori posto per far perdere di credibilità all'intera opera.
Tutto sommato credo si sia capito che il libro non mi ha convinta.

VOTO FINALE: 6/10

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