30 apr 2011

Anime tagliate - Francesco SCARDONE

Titolo: Anime tagliate
Autore: Francesco Scardone
Editore: Ciesse edizioni
Genere: Narrativa Over 18
Pagine: 190
Prezzo: 13,50 cartaceo; 6,75 ebook



QUARTA:
Un transessuale sadico che cerca di trovare un senso alla propria esistenza attraverso la propria e altrui sofferenza.
"Più dolore proverò, più avrò da vivere. Solo spingendo la soglia di sopportazione dei miei tormenti sempre oltre, potrò augurarmi di essere immortale. Se mi rimane ancora qualcosa per cui soffrire, a questo mondo, di sicuro non mi farò annientare da tutto il resto.
Il fatto è che io ci ho provato. Ci ho provato per davvero. Ma non ho trovato null'altro. Qualcosa che vada oltre l'angoscia. Qualcosa in più del supplizio. La vita finisce lì dove finisce il dolore. Fine. Dissolvenza. Non ha senso sperare in altro. Continuare a illudersi.
Il dolore è l'unica dimensione possibile. È l'unico stato pensabile. È la sola cosa sensata. Reale.
La verità è che il dolore è tutto. Il dolore è la vita stessa e senza di esso noi cessiamo di esistere.
Tra poco il campanello suonerà, l'ennesimo, sprovveduto, errore della natura mi seguirà, inconsapevole, nella mia stanza da letto e la scena si ripeterà. Il dolore si libererà.
Di nuovo..."


GIUDIZIO
Il leitmotiv di “Anime tagliate” è il dolore, inteso come unica possibilità concessa all’uomo per sentirsi parte del mondo, il dolore come unica costante della vita, come unico punto fermo dell’esistenza umana.
“Anime tagliate” è la storia di un uomo dall’identità sessuale confusa che nell’affannosa ricerca di alleviare il dolore della sua anima sceglie di infliggere dolore fisico a se stesso e agli altri.
Il romanzo è un viaggio attraverso il dolore, un viaggio in cui i bassifondi dell’animo umano trovano la propria sublimazione nello squallore di una quotidianità che nessuno vorrebbe mai vivere.
L’autore si districa come può tra i temi spinosi che affronta, ma man mano che si scorrono le pagine vengono a galla i tanti difetti che fanno perdere peso specifico al testo.
L’impressione che si ricava leggendo “Anime tagliate” è che l’autore sia stato lasciato a se stesso, che non sia stato supportato da un adeguato servizio di pulizia del testo, poiché l’idea di base del romanzo non è male, ma gli eventi sono affrontati con superficialità e la caratteristica che salta maggiormente agli occhi è la voglia di colpire il lettore tramite gli eccessi linguistici. La terminologia non sempre è congruente, un esempio su tutti, l’identificazione del protagonista come transessuale che però non intende affatto cambiare sesso.
Uno dei principali difetti del libro è proprio l'insistenza con cui l'autore si sofferma sugli eventi rispetto allo scarso approfondimento dell'aspetto psicologico del protagonista. Non vengono interiorizzate né le motivazioni né le cause che lo portano a vivere la propria sessualità in modo atipico, tutto viene liquidato in poche parole attribuendo il suo fisico in parte femminile e in parte maschile a “anni di ormoni”. Che andrebbe anche bene se le vicende si focalizzassero esclusivamente sul presente, ma l’autore sceglie di raccontarci la sua storia utilizzando due piani temporali diversi: nel presente c’è la vita attuale raccontata in prima persona, nel passato la vita che lo ha portato a essere com’è oggi narrata da un punto di vista esterno.
Il passato però viene reso in maniera piuttosto blanda, dando spazio quasi esclusivamente al rapporto conflittuale del protagonista con la madre, che di per sé non fornisce risposte sufficienti alle tante domande che si pone il lettore. Anche lo stesso rapporto madre-figlio per quanto insistito nelle descrizioni non viene fuori nei suoi aspetti più profondi. Perché la madre si comportava in quel modo? Quale patologia l'affliggeva? Cosa c'era di sbagliato nelle loro vite al punto da indurla a comportarsi così?
Il risultato è che la vita passata e presente appare come una serie consequenziale di cliché non sempre ben raccontati.
Un altro aspetto che non ho apprezzato, collegato alla scarsa interiorizzazione, è la superficialità con cui l’autore regge l’intero intreccio.
L’autore sfiora tanti aspetti che avrebbero meritato un approfondimento, come per esempio la tematica religiosa che sembra fare da cornice alla vita del protagonista ma che per una sorta di timore reverenziale viene soltanto accennata, tramite le tante domande rivolte a Dio.
L’introspezione di cui il romanzo è intriso non viene fuori dal punto di vista del protagonista, ma da quello dell’autore, che si perde in lunghe divagazioni, giri di parole misti a considerazioni sul senso della vita senza esplorare veramente il dolore del suo personaggio, che al contrario dovrebbe essere il fulcro della storia.
Il prodotto finale è un romanzo che si basa principalmente su eventi spot conditi da riflessioni che non si sa bene da cosa nascano e da dove derivino, rendendo "Anime tagliate" un libro che lascia troppe domande senza risposta, dal quale traspaiono pecche piuttosto evidenti di ingenuità e inesperienza.
L’utilizzo di una terminologia di forte impatto e di un registro linguistico volgare e diretto dovrebbe infatti volgere a creare immagini di altrettanto spessore, ma quando ciò non accade l’uso di volgarità e crudezze risulta fine a se stesso; la scenografia appare opaca, affogata sotto il peso di uno stile difficile da sopportare, che soffre troppo di palesi tentativi di emulazione e che in alcuni momenti sembra quasi una provocazione verso il lettore, senza però sortire l'effetto sperato. Ad accozzare porcherie è capace chiunque, rendere quelle porcherie un libro che vale la pena leggere però è privilegio di pochi esperti.
L'aspetto positivo è che scavando tra le righe di questa affannosa ricerca di stupire, togliendo lo strato luccicante, pulendo il testo dai troppi eccessi s'intravede da parte di Scardone una buona capacità narrativa, che sicuramente data la giovanissima età dell'autore può essere affinata e dare buoni risultati.

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