6 mag 2011

Storia di Akki - Akki (Andrea)

Titolo: Storia di Akki
Editore: Ciesse Edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 180
Prezzo: 12,80


ESTRATTO:
Io mi chiamo Andrea. Detto così sembra una scemata, io mi chiamo Andrea e verrebbe da chiedere: e allora? Ma se ci pensate bene, invece, è una cosa mica scema chiamarsi Andrea.
Voglio dire, voi, così, adesso, che ne sapete se sono un bambino o una bambina?
Voi pensate subito: un bambino!
E, invece, vi ho fregato perché sono una bambina.
Mica facile, per una bambina, chiamarsi Andrea, specie se nella sua classe c’è anche un bambino che si chiama Andrea anche lui. È per questo che i miei compagni hanno cominciato a chiamarmi Akki, il perché non sono cavoli vostri, ma comunque Akki, con l’accento sulla A, mi piace, come nome e così ho deciso di tenermelo e quelli che credevano di prendermici in giro ci restino pure male, tanto sono problemi loro.


TRAMA:
Storia di Akki è il diario di viaggio di Andrea, Akki per l'appunto, una bambina orfana di cui non ci è dato sapere l'età esatta, poiché è lei stessa a esprimersi per "livelli" seguendo il linguaggio dei videogames. Sappiamo che è un "livello 2", e se consideriamo che i livelli 1 sono i bimbi piccoli piccoli e i livelli 3 gli adolescenti o poco più, possiamo ritenere che Akki abbia tra i sei e i dieci anni e frequenti le scuole elementari. Akki vive con la nonna materna, e quando quest'ultima muore, Akki spaventata dall'idea di finire in "orfanofio" decide di intraprendere un viaggio alla ricerca della nave che fa il giro del mondo. Durante il suo peregrinare, Akki incontrerà persone buone e meno buone, che l'accompagneranno e le faranno vivere esperienze piuttosto inusuali per una bambina di quell'età.


GIUDIZIO:
Storia di Akki è un romanzo narrato in prima persona, dove è la stessa Akki a raccontare la sua storia attraverso ciò che scrive sui suoi quaderni durante il viaggio. Il linguaggio pertanto è volutamente infantile, nel complesso è uniforme funziona piuttosto bene anche se ci sono alcuni punti dove viene calcata troppo la mano e risultano un po' lenti e farraginosi. 
La trama è un po' surreale, ma l'autore è comunque bravo ad affrontare con estrema delicatezza tematiche assai spinose, come l'immigrazione clandestina e la prostituzione, lasciandoci vedere le vicende attraverso gli occhi di Akki, che sebbene appaia determinata e disillusa sin dalle primissime pagine, mantiene comunque l'innocenza e l'ingenuità tipiche dei bambini.
E così tutto sembra meno brutto di quanto siamo abituati a considerarlo, persino la morte.
Nel complesso è un buon romanzo, dove non mancano l'amore e il dolore, nel complesso piacevole e scorrevole anche se a tratti un po' amaro. E considerando che l'autore ha deciso di devolverne i proventi in beneficenza all'ospedale Gaslini di Genova, si legge con ancora più piacere.

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