15 dic 2010

Le zanzare di Zanzibar - Giancarlo NARCISO

Mi aspettavo decisamente di più da un libro che ha scomodato Sandrone Dazieri. Dieci allo stile dell'autore, cinque alla trama, due alla compiacenza verso l'esaltazione del tiramm innanz tipico di chi non vuole crescere.

Viene spacciato per un noir, ma di noir non ha niente. È il racconto di un uomo che lascia l'Italia per il centro America, trascorrendo una vita di espedienti tra droghe più o meno leggere e donne da far invidia Belen Rodriguez. La presenza oscura che lo segue viene nominata per la prima volta nelle ultime cento pagine, e chi sia questa presenza è facilmente intuibile, trattandosi di uno dei personaggi tratteggiati con più ambiguità durante tutto il libro.
Storia decisamente banale, a tratti esageratamente stereotipata, se non fosse per l'autore che riesce a incuriosirti con uno stile martellante, rapido e coinvolgente sarebbe stato un flop totale.

VOTO FINALE: 6/10

1 hanno detto:

Anonimo ha detto...

Grazie per aver apprezzato lo stile.
Sulla trama potrei anche essere d'accordo, è più un diario di viaggio, un blog autobiografico, che un romanzo.
Dove ho da ridire è sul compiacimento per un certo mondo: vero, ma legato a un preciso periodo storico, gli avvenimenti narrati si sono svolti in realtà nei tardi anni '70, all'interno di un particolare ambiente legatissimo a valori, idee, credenze, quello che è, che oggi appaiono senz'altro adolescenziali, superficiali, anche ridicole, ma all'epoca hanno avuto il potere di abbagliare e illudere persone di tutti i tipi, sciocchi, ingenui, romantici, c'era di tutto. Non difendo cosa eravamo e siamo stati, non è il caso. Ma nemmeno condanno senza appello certi modi di essere che oggi è facile liquidare come stereotipi. Ci avevo creduto. Oggi non ci credo più. Ma chi non è un 'radical' a vent'anni è senza cuore. Chi lo è ancora a trenta è senza cervello.
Bye
GN

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