11 ago 2010

Zeus

E’ il suo segreto, questa forma di terapia.
Alle cinque, quando ha finito, non vede l’ora di tornare a casa, di togliersi le scarpe e di mettersi in poltrona.
Di solito ha un giornale e una bibita già pronti sul tavolino perché a Paola piace coccolarlo.
Lui beve, legge, si riposa, poi va a fumare una sigaretta sul balcone e aspetta.
Verso le sei e mezzo spunta il gatto sul terrazzo di fronte.
E’ un persiano bianco, di quelli di razza.
Si guarda intorno, poi con un salto raggiunge il cornicione più in basso e fa quella cosa.

Sempre la stessa, da un anno a questa parte, con un’ostinazione e una puntualità imbarazzanti persino per un ragioniere abitudinario e metodico come Aldo, che della precisione e del rispetto delle regole ne ha fatto una ragione di vita.
Cosa va a fare quel gatto sul balcone dei Fusetti, tutti i giorni?
Aldo è convinto che gli animali non abbiano la cognizione del tempo, l'ha sentito dire tante volte nei documentari in televisione; per questo non si spiega come faccia quel gatto ad essere sempre così preciso. Tra l’altro anche Paola, un po’ di tempo fa, aveva confermato la sua tesi.
“Hai capito papà? Loro non si rendono conto del tempo che passa. E’ per questo che quando torni a casa, che sia passato un minuto o una settimana, Willy ti riempie di baci allo stesso modo. Per lui il tempo non conta.” – era stato così che sua figlia, dieci anni ancora da compiere, gli aveva spiegato le basi dell'etologia.
Da quando ha iniziato le sue strane visite, Zeus, questo il nome del persiano, non ha mai ritardato più di cinque minuti.
Ogni sera, verso le sei e mezza, attraversa quel cornicione con la stessa maestria con cui un vecchio lupo di mare percorrerebbe il ponte della sua nave, e si piazza sul balcone della signora Fusetti, zampettando tra arbusti di erica cenerina ormai sfiorita e fioriere vuote, un tempo regno di coloratissimi narcisi e candide calle.
Poi, dopo qualche minuto, baldanzoso e indifferente com’è arrivato se ne va, per tornare il giorno successivo.
Sicuramente non va lì per rimediare cibo o coccole, visto che la finestra della signora Fusetti è sempre chiusa, e lei con molta probabilità non si è nemmeno mai accorta della presenza del felino visitatore.
E pensare che fino a poco più di un anno fa, se Zeus o qualunque altro animale si fosse azzardato a stazionare sul suo balcone, Giovanna Fusetti se ne sarebbe accorta, eccome.
Il terrazzino di casa Fusetti una volta era un piccolo angolo di paradiso in un inferno di cemento armato, e né Giovanna né suo marito avrebbero mai rischiato che un gatto rovinasse le loro piante.
Aldo era abituato a vedere gli anziani coniugi uscire insieme in balcone tutti i pomeriggi, prima di cena, e trascorrere qualche decina di minuti tra innaffiatoi, fertilizzanti e cesoie, spostandosi con leggerezza tra il limone nano e i gladioli, in una moltitudine di vasi e fioriere rigogliosamente colmi di colori e profumi.
Poi Mario prendeva sua moglie sottobraccio e rientravano assieme in casa, tirandosi dietro le pesanti tende damascate del salone, quasi a voler proteggere il loro piccolo mondo di abitudini decennali e profumi d'altri tempi, dagli occhi indiscreti della modernità.
La domenica, quando Aldo era in casa, li vedeva spesso affacciarsi senza parlare, spalancando gli occhi rugosi e stanchi su cieli rossi di petunie, punteggiati da stelline gialle di fresie.
A vederli così, sembrava quasi volessero arrampicarsi sul gelsomino che saliva lungo la parete esterna del palazzo per raggiungere il cielo insieme.
Aldo aveva sempre provato un pizzico di invidia verso quell’anziana coppia, pensando che il suo matrimonio con Clelia, nonostante la presenza di Paola, quella figlia che tanto avevano desiderato e per la quale tanto avevano penato, non era durato nemmeno un quinto di quello dei coniugi Fusetti.
La vita dei Fusetti era sempre stata quella; non avevano avuto figli, non c’era nessuno che si occupasse di loro, e non avevano bisogno dell’aiuto di nessuno. Si bastavano: era questa la loro forza, la forza di un amore che con gli anni si era trasformato, plasmandosi alle loro esigenze, passando dall’amore all’affetto, dall’affetto alla tenerezza, dalla tenerezza alla compagnia.
Poi Mario, all’alba di un anno fa, l’aveva lasciata, all’improvviso; un infarto se l’era portato via in pochissimi minuti, dopo settantanove anni di vita, cinquantaquattro dei quali vissuti a fianco di Giovanna.
Da allora la signora Fusetti ha iniziato a morire lentamente, lasciando al loro destino anche tutte le sue meravigliose piante; la finestra del salone non si è più spalancata su quel mondo di colori esplosivi e profumi penetranti. Tutto è rimasto immobile, fermo nel tempo e nello spazio.
Oggi le cesoie appese al muro sono arrugginite, sugli innaffiatoi si è formata una patina verde di muffa, e nei pochi vasi che ospitano ancora qualche forma di vita ci sono solo ortiche.
Ogni volta che Aldo incontra Giovanna, al mercato oppure all'edicola, si ripromette di chiederle come sta, magari di dirle del gatto che la va a trovare tutti i pomeriggi, ma poi ci ripensa sempre. Si sente fuori luogo; nel vederla così fragile, così chiusa nei suoi ricordi, così nascosta dietro lo scialle nero, gli sembra quasi di violentarla.
Oggi però c’è qualcosa di strano, di ancora più strano del solito. Dopo aver strusciato la sua elegante schiena per qualche minuto sulle fioriere vuote, Zeus sembra non volersene andare.
E’ rimasto davanti alla finestra chiusa del salone a fissare immobile le tende damascate, come se aspettasse di entrare.
Anche Aldo aspetta, curioso di vedere se finalmente la signora Fusetti si accorgerà del gatto e lo lascerà entrare. Forse oggi avrà le sue risposte, e dovrà cercarsi una nuova terapia quotidiana per tenere impegnata la mente.
La finestra però rimane chiusa, Zeus non entra e Aldo si accorge improvvisamente di aver fumato quattro sigarette anziché una come suo solito; ha trascorso tre quarti d’ora in compagnia dei suoi pensieri, sul balcone. E' ora di rientrare e mettere sulla piastra le bistecche per lui e Paola.
Qualcosa però continua a ronzargli in testa, un pensiero talmente insistente da non fargli sentire nemmeno la parole della sua bambina durante la cena.
“E’ solo una sciocca suggestione” – continua a ripetere tra sé e sé, mentre Paola gli racconta eccitata di come Willy ha preso al volo una mosca – “è solo una mia sciocca suggestione. Deve essere stato quel documentario sui buddisti che ho visto l’altro ieri notte in televisione. Certo però... i conti tornano...tutti i giorni alle sei e mezza, da un anno, un anno esatto...”
I pensieri di Aldo non si trasferiscono con lui sul divano, dopo cena. Sono altrove, sono sul balcone della signora Fusetti, sono con Zeus. Decide di seguirli.
“Aspettami qui tesoro, torno subito” – dice Aldo a sua figlia, prendendo in mano il cellulare.
Esce ancora, per vedere se il gatto è sempre lì.
Nell'imbrunire di quella sera di fine estate, Aldo riesce a vedere la sagoma di Zeus che si muove tra i vasi; non è più solo, un altro gatto, anch’esso bianco come la luna, passeggia con lui tra le fioriere abbandonate.
Senza pensarci due volte Aldo scende in strada e inizia a citofonare alla signora Fusetti, come in preda a un raptus, ma non risponde nessuno.
Decide di chiamare i vigili del fuoco.
Ci mette un po' a convincere i pompieri che non è un mitomane, ma alla fine vince lui; quando arriva il camion i vigili del fuoco tirano su la scala e arrivano sul balcone, forzando la finestra. I due gatti non hanno intenzione di abbandonare il loro avamposto, sembra non siano minimamente spaventati da tutto quel bailamme.
I pompieri trovano la signora Fusetti adagiata sul letto, lo scialle nero ancora stretto sulle spalle, sembra dormire. Il suo viso consumato dal tempo e dal dolore si è sciolto in un dolcissimo sorriso.
L’ambulanza che arriva pochi minuti dopo conferma che la signora è morta da poco, un’ora, forse due… Giusto il tempo che ha impiegato Mario a chiamarla con sé, per portarla sul loro balcone ad ammirare, per un ultima volta, quello che era stato il loro angolo di paradiso.
Quando i vigili del fuoco lasciano l'appartamento, i due gatti sono spariti.
Giovanna e Mario hanno finalmente spiccato il volo dal loro balcone per raggiungere il cielo insieme.

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